lunedì 30 dicembre 2013

LE LACRIME DELLA TIGRE NERA

Film - Regia : Wisit Sasanatieng - Thailandia - 2001

Coraggioso e innovatore,ecco come definire il primo film del regista Sasanatieng realizzatore di spot pubblicitari,passato alla regia.Film che ha diviso un pò la critica e il pubblico,può risultare spiazzante ad una lettura superficiale e poco "cinefila".Analizziamo un pò le caratteristiche di questo lungometraggio di provenienza esotica:per prima cosa dobbiamo immaginare l'incontro tra Sergio Leone e Quentin Tarantino sul set di un film mélo nella Hollywood degli anni 50;bene,immaginiamo che i due registi,distanti per epoca e registro narrativo,abbiano deciso di realizzare un'opera che unisse lo stile "western" dell'uno con il "pulp" dell'altro,mantenendo le scenografie da melodramma hollywoodiano.Incuriositi?Sorpresi?La prima cosa che viene in mente è un "pastiche"senza capo nè coda,invece no,il film è interessante proprio per la stupefacente sintesi dei generi.Muovendosi costantemente sulla delicata linea di confine tra genialità e kitsch,il regista thailandese realizza un opera di grande fascino.La storia è semplice,direi banale e sfruttatissima:l'amore contrastato tra Dum, un giovane di campagna squattrinato e Rampoey ragazza ricca e borghese di Bangkok,figlia del Governatore,promessa in sposa dal padre ad un ufficiale della polizia.Quando il padre di Dum viene assassinato,il giovane,per vendicare il padre,diventa un fuorilegge denominato "la tigre nera".Tra flashbak all'infanzia,duelli all'ultimo sangue,si giunge al drammatico finale.Da rimarcare la fotografia dai toni saturati (servendosi del digitale) sgargiante e volutamente innaturale;la colonna sonora ora in stile Morricone,ora in puro stile musical.Consigliatissimo agli amanti del cinema in tutte le sue sfaccettature,a tutti coloro che possedendo una conoscenza approfondita della storia del cinema,possono deliziarsi a rintracciare le varie influenze cinematografiche.Presentato con successo al 54° Festival di Cannes.

lunedì 4 novembre 2013

La città dei mostri

FILM - REGIA : ROGER CORMAN - U.S.A. - 1963

Dal maestro del brivido Roger Corman un film tratto da un racconto dello scrittore H.P.Lovecraft.Tra gli attori protagonisti figurano il fidato Vincent Price nel doppio ruolo di marito e di stregone,Lon Chaney Jr. e la splendida Debra Paget.Nel XVIII° secolo,nel villaggio di Arkham-New England,gli abitanti catturano e bruciano vivo un uomo accusato di pratiche occulte finalizzate all'accoppiamento di esseri umani con entità diaboliche.L'uomo,prima di ardere sul rogo,lancia una maledizione su tutti i discendenti di coloro che ne hanno favorito la cattura.Dopo centodieci anni,giunge nel tetro paese,abitato da creature mostruose,una coppia di sposi per prendere possesso di un castello ricevuto in eredità.L'uomo in realtà è l'ultimo discendente dello stregone arso sul rogo,e a lui rassomigliante in modo inquietante.....Atmosfere gotiche tipiche del genere:dal castello avvolto nella nebbia ai passaggi segreti,dalle ragnatele alle candele sempre accese,il film avvince lo spettatore e lo trascina in un vortice di emozioni come in una spirale di paura.Forse non è un capolavoro per un relativo calo di tensione nella parte centrale,ma si rimane comunque coinvolti da cigolii,ombre e voci dall'oltretomba,furti di bare e morti riportati in vita con l'ausilio del "Necronomicon".Molto bella la fotografia di Floyd Crosby in Pathecolor che esalta il fascino misterioso dell'ambiente;possente la partitura musicale di Ronald Stein che sottolinea alcuni passaggi e ne enfatizza altri.Interessante la scelta di mostrare gli abitanti della città come dei veri mostri,mutilati o deformi in seguito all'antica maledizione.Un film da vedere sicuramente.Consigliatissimo.



martedì 8 ottobre 2013

LA BICICLETTA VERDE


Film - Regia: Haifaa al-Mansour - Arabia Saudita - 2012

"La bicicletta verde"è un'opera  di grande importanza essendo il primo film realizzato in Arabia Saudita,un Paese dove non esistono sale cinematografiche e in cui la legge islamica è particolarmente repressiva nei confronti delle donne.Fattore rilevante è che il film è sceneggiato e diretto da una donna:Haifaa al-Mansour.Dunque uno sguardo sulla condizione della donna sotto la legge islamica da parte di una donna.La trama del film,per noi occidentali,è semplicissima se non banale:una ragazza adolescente, tanto intelligente quanto determinata nell'ottenere ciò che desidera,lotta per conquistare i suoi spazi di autonomia e per realizzare un suo sogno - possedere una bicicletta- per poter gareggiare con un un ragazzino conosciuto per strada.Il problema è che alle donne non è permesso nè andare in bicicletta nè guidare un'auto,perciò Wadjda è costretta a lottare per poter guadagnare i soldi per acquistare l'oggetto dei suoi desideri.Vende alle compagne braccialetti da lei realizzati,favorisce incontri "clandestini" tra fidanzati dietro pagamento,e quando la scuola bandisce un concorso sulla conoscenza e la recita del Corano,il cui primo premio è un'ingente somma di denaro,non esita ad impegnarsi a fondo pur di ottenere ciò che vuole.Il risultato sarà positivo poichè otterrà l'ambito premio,ma ben presto si trasformerà in una delusione quando la preside della scuola devolverà la somma in beneficenza.Sarà la madre,delusa da un marito che sta per sposare un'altra donna,a coronare il sogno dalla ragazza:con grande sacrificio,regalerà alla figlia la bicicletta.Girato nei sobborghi di Riyadh,il film evedenzia le contraddizioni della società islamica:la madre di Wadjda in casa è una donna moderna,quando esce si copre il volto per non essere guardata da altri uomini;la maestra di scuola,severissima nell'osservanza formale delle leggi coraniche,calza scarpe con i tacchi alti;la preside intransigente e apparentemente integerrima,riceve in casa un amante e ne denuncia l'intrusione in casa come ladro ecc.La ragazza protagonista del film è,nel suo piccolo,una ribelle:ascolta canzoni d'amore ad alto volume,calza scarpe sportive di gomma,rifiuta di coprirsi il capo,e si seve proprio di una gara sul Corano,simbolo della repressione per ottenere un oggetto che la religione le proibisce di usare.Una rivoluzione semplice,la ragazza non ha ideologie,agisce spontaneamente,non accetta ciò che non capisce.Girato realisticamente,senza effetti speciali o particolari virtuosismi registici,trova la sua forza nell'atto di denuncia dell'assurdità di una società che accetta in modo passivo ogni forma di repressione e di discriminazione.





venerdì 4 ottobre 2013

FISH OUT OF WATER

Musica - Chris Squire - U.K. -1975

Nel 1975 il gruppo inglese degli Yes attraversa un periodo di crisi,dopo l'addio di Wakeman e l'ingresso dello svizzero Patrick Moraz alle tastiere con il quale realizza il buon album "Relayer",non riesce più a ritrovare l'ispirazione che aveva caratterizzato i precedenti lavori.Così il bassista Chris Squire decide di tentare la strada "solista"con la realizzazione di un album favoloso dal titolo "Fish Out Of Water".Aiutato da Bill Bruford alla batteria,lo stesso Patrick Moraz alle tastiere e Mel Collins al sassofono,tutti musicisti di prim'ordine dal punto di vista tecnico e già ben affermati,non sarà difficile comporre e suonare un album ispirato e di notevole caratura artistica.Trattasi di un progressive di stampo classico,sinfonico,orientato allo stile "Yes",con notevole attenzione alla melodia.Cinque brani di minutaggio medio-elevato che va dai 4 minuti dell'opener "Hold out your hand"ai quasi 15 della conclusiva "Safe".Appare evedente,sin dal primo ascolto,che la struttura dei brani è molto complessa,nessun ammiccamento a soluzioni di facile presa presso il pubblico,anzi le composioni presentano degli arrangiamenti orchestrali di finissima fattura.Notevole il tappeto sonoro costituito dalle tastiere di Moraz,mentre la ritmica è assicurata dallo stesso Chris al basso e da Bill alle percussioni.Album altamente ispirato,che evidenzia la creatività di Squire,nonchè la perizia tecnica di tutti i musicisti.Da riscoprire e rivalutare.



mercoledì 2 ottobre 2013

LE LACRIME AMARE DI PETRA VON KANT

Film - Regia : Rainer Werner Fassbinder - Germania - 1972

Il film,tratto da un'opera teatrale dello stesso Fassbinder,appartiene alla formula tanto in voga nel cinema tedesco:il "kammerspiel",teatro da camera dunque.L'azione si svolge infatti in un solo ambiente,chiuso,claustrofobico ma reso interessante dalla tecnica registica:la profondità di campo,così,non solo gli attori sono seguiti dalla macchina da presa,ma gli stessi oggetti dell'arredamento acquistano rilievo ed importanza.Film di donne,nessun uomo appare infatti sulla scena,ma film di confronti dialettici di personalità diverse e dalla psicologia complessa.Petra von Kant (Margit Carstensen) è una stilista raffinata ed intelligente,piena di fascino ma dalla personalità molto fragile,nonostente nella prima parte del film possa apparire forte e determinata.Ha alle spalle due matrimoni e vive nel suo atelier con Marlene (Irm Hermann) una figura singolare-resterà infatti muta per tutta la durata del film-che di fatto è la tuttofare di Petra che la tratta con freddezza e disprezzo.Un giorno la sua amica Sidonie (Katrin Shaake) le fa conoscere Karin (Hanna Schygulla),una ragazza di estrazione proletaria,di recente separata dal marito,di cui Petra s'innamora follemente.In realtà Karin sembra stare al gioco e per un periodo di tempo si trasferisce nella casa di Petra,in realtà è interessata alle ricchezze della donna.Infatti,appena l'ex marito la chiama a telefono,non esita a correre da lui abbandonando Petra.Da questo momento,il film diventa un melodramma psicologico,Petra non sopporta di essere stata lasciata da Karin e cade nello sconforto,cedendo all'alcol che la rende sempre più vulnerabile.Dopo una violenta crisi di nervi,nel giorno del suo compleanno,alla presenza della madre,della figlia e dell'amica Sidonie,trova la forza per rimanere fredda e distaccata quando Karin la contatta telefonicamente.Ora è pronta anche ad offrire la sua amicizia a Marlene trattandola con dolcezza,ma la donna reagisce abbandonando Petra che rimane sola.Interessante è il rapporto dialettico tra Petra e Marlene,se da una parte la presenza muta della donna può far pensare ad una vittima del carattere forte e autoritario della sua padrona,in realtà la donna non può vivere senza essere sottomessa,ecco il motivo per cui abbandona Petra nel momento in cui comprende che il rapporto sta cambiando.Ma anche Petra che sembra essere indipendente,non può fare a meno di dipendere affettivamente da qualcuno.Opera di grande bellezza formale,pur nella essenzialità della scenografia e della colonna sonora (costituita esclusivamente dalla musica ascoltata da Petra) e nella tecnica di ri ripresa quasi espressionista.


lunedì 30 settembre 2013

LA ROSA TATUATA

Film - Regia : Daniel Mann - U.S.A.  1955


Da un'opera teatrale dello scrittore Tennessee Williams scritta per l'attrice Anna Magnani affinchè la recitasse a teatro,un famoso film che ha come protagonisti principali la stessa Magnani e Burt Lancaster.
Narra la storia di Serafina Delle Rose,emigrata dall'Italia in america dove conduce una vita serena con il marito e la figlia Rosa.Rimasta vedova in seguito ad un incidente stradale,si chiude in un sordo dolore che rende difficile i rapporti con i vicini e con la figlia.Solo dopo aver scoperto che il marito contrabbandiere la tradiva da tempo,riesce a trovare la forza per aprirsi ad un nuovo amore e ad accettare il fidanzamento della figlia giovanissima con un marinaio.
Storia semplice che trova la sua giustificazione e ragion d'essere nella magistrale interpretazione della Magnani che offre una delle sue interpretazioni più sanguigne e sentite.La recitazione del giovane Lancaster appare forzata,decisamente innaturale e spesso rischia il ridicolo involontario (?).
La regia è corretta ma anonima,quasi come se gli attori recitassero senza una vera guida.Premiato con un meritatissimo Oscar ad Anna Magnani come migliore attrice protagonista e uno all'operatore delle riprese.



sabato 28 settembre 2013

PRESENTAZIONE


Da oggi posterò in questo blog delle mie personali impressioni sulle mie più grandi passioni:il CINEMA e la MUSICA.Senza pretese,presenterò le opere che maggiormente mi hanno colpito,sia per importanza storica nell'evoluzione artistica sia per emozioni che hanno suscitato in me.Non potrò contare sulla competenza (non sono un critico ma un appassionato).A presto,per ora ciao!